Titolo: L’empatia e l’opera d’arte. I processi psicologici e neurologici attivi nella fruizione artistica
Tipo di pubblicazione: articolo
Anno di pubblicazione: 2014
Autore: Alessia Anello
Rivista: IUSVEducation #04
Pagine: 90-111
Data di pubblicazione: dicembre 2014
Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesiano
ISSN: 2283-334X
Come citare: Anello, A. (2014). L’empatia e l’opera d’arte. I processi psicologici e neurologici attivi nella fruizione artistica. IUSVEducation, 4, 90-111. https://www.iusveducation.it/lempatia-e-lopera-darte-i-processi-psicologici-e-neurologici-attivi-nella-fruizione-artistica/
Parole chiave: neuroni specchio, impulso psicologico, comprensione, azioni potenziali, compassione
Paper PDF: IUSVEducation_04_Anello_EMPATIA_OPERA_ARTE.pdf
Abstract:
In seguito alla scoperta dei neuroni specchio, è divenuto di gran moda parlare di empatia. Questo termine è stato recuperato anche nell’ambito dell’estetica per spiegare la fruizione artistica ma non sembra essere adatto allo scopo, in quanto non considera le differenze individuali e non spiega l’infinita varietà di reazioni che possiamo provare di fronte ad un’opera d’arte. Anche la neuroestetica è ancora intenta a studiare, seppur attraverso l’arte, quei meccanismi biologici con cui ci rapportiamo alla realtà tutta, non all’oggetto artistico nella sua particolarissima specificità. La ricerca dovrebbe muoversi verso l’indagine delle differenze individuali, non delle costanti, perché solo in questo modo saremo in grado di spiegare la ‘magia’ dell’arte. Per questo motivo, la teoria della fruizione artistica proposta da Graziella Magherini appare al momento il miglior punto di partenza per le future ricerche sul campo.
Abstract:
As a result of the discovery of mirror neurons, it has become very fashionable to talk about empathy. This term was also recovered in aesthetics to explain the artistic enjoyment but does not seem to be fit for purpose, as it does not consider individual differences and it does not explain the infinite variety of reactions that we can experience in front of an artistic work. Even Neuroesthetics is still intent on studying, although through art, these biological mechanisms by which we relate to the whole of reality, not the artistic object in its unique specificity. The research should move towards the investigation of individual differences, not the constants, because only in this way we will be able to explain the ‘magic’ of art. For this reason, the theory of artistic enjoyment proposed by Graziella Magherini appears at the moment the best starting point for future research in this field.