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Titolo: Editoriale
Tipo di pubblicazione: articolo
Anno di pubblicazione: 2025
Autore: Michele Marchetto
Rivista: IUSVEducation #25
Pagine: 4-10
Data di pubblicazione: aprile 2025
Editore: IUSVE – Istituto Universitario Salesiano
ISSN: 2283-642X
Come citare: Marchetto, M. (2025). Editoriale. IUSVEducation, 25, 4-10. https://www.iusveducation.it/editoriale-25/
Parole chiave:
Paper PDF: IUSVEducation_25_Marchetto_EDITORIALE.pdf
Editoriale:
Questo numero di Iusveducation propone contributi di varia natura, com’è nello spirito multi- e inter-disciplinare della rivista, riconducibili a tre nuclei macro-tematici: la formazione (La educación, cuestión de confianza; El componente educativo de la Bienal de arte de Venecia; Sviluppare le competenze soft negli studenti di economia finlandesi: Uno studio qualitativo sul ruolo del coaching); la società (Il ruolo delle cooperative sociali di tipo B nell’inserimento lavorativo: tra inclusione e gestione di un “mercato di periferia”. Il caso di un consorzio cooperativo Veneto; L’intenzione di usare le borracce per bere fuori casa); la cura (Le radici della specie che vive il confine). A questi articoli vanno associate le riflessioni su esperienze particolarmente significative, presentate in Salute, vulnerabilità, migrazioni; “Generazioni maledette – true crime nell’antica Grecia”: apprendere le competenze attraverso il content creation per il web; Educarsi insieme, ragazzi/e e adulti, alla cittadinanza attiva e alla solidarietà. A tenere insieme proposte apparentemente così lontane il testo della prolusione tenuta da Nando Pagnoncelli allo Iusve in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2024-2025, che offre interessanti elementi di scenario: la “crisi”, nell’accezione di poli- e perma-crisi (Brown, Spence, El-Erian 2024); l’individualismo; l’indebolimento della comunità, del senso civico e della politica, con il rischio di ridurre la democrazia a finzione; la bolla emotiva che ratifica il primato della percezione sulla realtà; le contraddizioni dell’io, fra presunta invulnerabilità ed evidenti fragilità, e quelle della società, divisa fra scarsa fiducia nelle istituzioni, esigenze di cambiamento e resistenza al cambiamento, fra impegno e solidarietà da una parte, e indifferenza e auto-referenzialità narcisistica dall’altro. A detta di Pagnoncelli, la complessità in cui questi elementi si intrecciano richiede una formazione adeguata, come «viatico di comportamenti virtuosi degli individui», fatto di «capacità di discernimento, spirito critico, senso del dubbio […], impegno, continuità […] curiosità e passione». Sono tutti aspetti, negativi e positivi, che sollecitano il pensare, quello non fine a se stesso, ma quello orientato all’agire e, in quanto tale, “etico”. Anzi, la vita contemplativa non è affatto “inazione”; ma è la forma più alta di azione, in una circolarità virtuosa di teoria e prassi che si alimentano a vicenda: «La vita attiva, senza quella contemplativa, è cieca» (Han 2023: 112). In questa sede l’attenzione si fisserà sul significato epistemologico della “crisi” per farne emergere, almeno sommariamente, le implicazioni antropologiche dell’individualismo e quelle etiche e politiche della speranza e della parrhesia, ossia, secondo l’etimologia (pan = tutto; rhema = parola), il dire tutto, con l’accento più che sul contenuto, sul modo in cui lo si dice: il coraggio di dire il vero e di conformare ad esso la propria azione, anche contraddicendo il mainstream rischiando il disadattamento. […]